mercoledì 8 maggio 2013

Il Ponce alla Livornese: storia & varianti della livornesità!

Allora, ovviamente chi è toscano (ma anche non) conosce sicuramente il ponce alla livornese almeno di nome! E, il labronico uomo, è risaputo, non riesce a viver senza per più di 3 giorni.
Come avrete intuito, è abbastanza facile da trovare il ponce nei miei dintorni (Pisa e Livorno): basta addentrarsi in un qualunque bar (meglio se ha l'aspetto di una bettola familiare trasandata) e urlare "Barrista, fammi 'n ponce 'ome si 'omanda, diogristo!"

Perché un livornese allora, vista la notorietà di suddetta specialità da "barre", si prepone alla stesura d'un post sul sopracitato? "De è semplice, ché su internette mi'a si trova un cazzo di varcosa scritto ammodino de!  Ognuno scrive le su' tre puttanate, arcune giuste arcune sbagliate, maddè un c'è un cazzo di chiarezza unifi'atoria! De!"

Eppoi de, m'andava. Perché a me, ir ponce, MI GARBA. (e anche a voi)

Sappiate un po' di storia prima di tutto, che la trovate un po' ovunque sul web: il ponce nasce a Livorno, da cui alla "livonese", ma perché? Beh, intanto immaginatevi: siamo nell'800, e la città di Livorno è al massimo del suo splendore della sua storia "ufficiale", che ne fissa la fondazione nel '500 su progetto del Buontalenti come "città ideale" (infatti Livorno, o meglio di insediamenti in terra livornese, se ne ha traccia grazie a Rutilio Namaziano nel IV sec. d.C., sotto il nome di Portus Pisanus, all'incirca dove ora vi è Stagno). Città di mare da sempre, ospita grazie alle leggi livornine (primo esempio di leggi di uguaglianza totale nella storia) molteplici comunità: olandese-alemanna, ebraica, valdese, greca, inglese! E insomma, chiunque volesse trovava in Livorno un porto franco dove essere accettato: quindi, tradotto, un gran casino di genti! De!
Comunque, si diceva del ponce: a fronte di varie leggende metropolitane con vascelli naufragati, balle di caffè e barili di rum, molto probabilmente la nascita del ponce è a cavallo tra il 1600 e il 1700, soprattutto con l'intento di fare una variante italiana (livornese) della bevanda preferita dai marinai inglesi (e quindi intascare più soRdi!), il Grog.

Vediamo com'è fatto sto benedetto Grog! (un si finisce più)
In pratica il grog è semplicemente rum e acqua calda (che allunga il rum e fa costare meno la bevanda, rendendola allo stesso tempo fortificante (calore)) con succo di limone (per prevenire lo scorbuto, nota malattia dei marinai dovuta alla mancanza di vitamina C).
Dal grog poi deriva anche il punch inglese, la bevanda degli aristocratici inglesi, che è semplicemente alcool (rum il più delle volte), tè (o acqua alle volte), agrumi ed eventuali erbe speziali.
Chi conosce già la ricetta del ponce, avrà intuito che il passo dall'inglese grog al labronico ponce è solamente questione di abitudini nei beveraggi!

Il ponce altro non è che rum con zucchero, scaldato a scioglimento, caffè bollente e buccia di limone. Vi sembra un caffè corretto? Bevetelo e vedrete che non è così. Ma molto, molto meglio!

Sti furboni di livornesi hanno in pratica sostituito al rum puro (quello inglese era bianco (trasparente), perché non caramellato) con una mistura di rum (bianco anch'esso) e sassolino (liquore a base di anice simile alla sambuca), al tè/acqua calda il caffè ristretto, e come agrume hanno mantenuto il limone, ma anzichè come succo (nel grog) o a pezzi (nel punch), hanno messo solo una buccia. Una specialità alcolica locale buonissima, che strizzava l'occhio alla tradizione inglese: il top per un marinaio in visita!

Da qui il ponce nasce, e ancora altre leggende (mica solo io mi ci fo i "segoni", si dice qua) narrano che addirittura Garibaldi l'abbia assaggiato e gradito, oppure che Buffalo Bill ci abbia preso una "musata" con conseguente figura di merda con questo "ponce"... ma insomma, per me restano tutte leggende e ghirigori per addobbarne la storia: il succo è che è BONO!

La ricetta "originale" quindi prevede:
  • rum bianco delle Antille da correzione (vabè se un è delle Antille è uguale de...! L'importante è che sia da "correzione", quindi NON un rum raffinato con le sfumature che solo le papille gustative di un raffinato borghesuccio riesce ad apprezzare perché le ha lette da qualche parte)
  • sassolino
  • zucchero
  • caffè forte
  • buccia di limone
La preparazione!

Oggi si può trovare ancora questa miscela, la riconoscete subito perché vi verrà servita a "strati": in pratica si prende il cosiddetto gottino, un bicchierino da vino diverso da quelli da caffè, e ci si mette 1 cucchiaino e mezzo di zucchero, e poi si riempe in parti uguali di sassolino e rum bianco fino all'altezza dei semicerchi. Si aggiunge la buccia, e si da una passata col beccuccio della macchina da caffè, fino a scaldare il tutto sciogliendo lo zucchero. Poi si aggiunge il caffè ristretto, avendo l'accortezza di non farlo andare direttamente sulla miscela che abbiamo scaldato, ma facendolo cascare su un cucchiaino girato al contrario, cosicché il caffè possa colare delicatamente nel bicchiere, mantenedo quindi i tre strati nel gottino (1_rum+sassolino, 2_caffè, 3_buccia di limone (la cosiddetta "vela")).

Una volta servito, ovviamente va girato da chi lo beve, e in compagnia preferibilmente o quando fa freddo! Ma insomma, va sempre bene per noi briaoni...E lo possiamo pure chiamare "ponce a vela"!

Nel 1927 il sig. rag. blablabla Gastone Vittori inventa però un preparato per noi pigri, cioè quelli che un gli va di seguire la procedura rituale cui sopra, sia per versare il caffè sul cucchiaino o per mescolare rum e sassolino, inventa un preparato speciale per il ponce, il cosiddetto "rum fantasia". In pratìa, si mette con le stesse dosi di prima, il rhum fantasia, lo zucchero e il limone, si scalda e si mette il caffè. Uguale, ma meno bòno seondo me.

Da allora ne sono stati fatti altri di preparati, tra i quali spicca quello della Mugnetti, particolarmente buono!

Comunque, se siete poveri tipo me, anziché rum bianco col sassolino puoi mettere il preparato con la sambuca, zucchero e limone in un pentolino, scaldarlo e versarci sopra il caffè della moka, proprio casalingo abbestia! Poi ci sono un sacco di varianti, che aggiungono al caffè (polvere) degli aromi, come lo zenzero o il peperoncino, oppure usare al posto del sassolino un qualsiasi altro liquore all'anice come il mistrà, insomma potete fare cosa vi pare, l'importante è che un ne beviate troppi.... oppure sì?



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Bravi bimbi avete letto tutto! De! E ora FATEVELO. Anche se fosse agosto, con 35°. NDIAMO!

1 commento:

LucaPT ha detto...

Il Ponce si beve in tutte le stagioni...chi lo beve solo in inverno per scaldarsi non lo ama così tanto.
VAMO' DI PONCE !!!