martedì 29 settembre 2009

Il fanatico di fantascienza.

Un blog dimenticato da Dio. Nessuna storia da raccontare. Tante parole, messe dietro l'una all'altra per il piacere della grammatica. Bukowski sarebbe orgoglioso di me.

Vuoto. Dentro. Fuori. In pratica, il niente.

Sì, scrivo solo quando sono triste. Sono un demodè del peggior dandy ubriaco inglese di fine '800, una caricatura che prende solo i difetti e non ne gode le gioie. Ma tant'è.

"Siamo soli su questo mondo?" si chiederebbe un fanatico di fantascienza. Il poeta gli risponde che lo siamo. "Ma tu non sei uno scienziato!" - "Il solo fatto che mi chiedo se siamo soli o no implica che fino ad ora sono solo. Non c'è dubbio nella solitudine: se ti permea attraverso, anche solo per un secondo, probabilmente lo sei. Perchè il vuoto se trova una fessura entra e butta fuori tutto, facendoti diventare vuoto. Dentro. Fuori. In pratica, il niente." - "Ma che stai dicendo?!?" - "Guardati. Ora siamo io e te. In città c'è un proliferare di vite affannate, convinte di vivere. Sei solo? Direi di sì, non hai nessuno cui importa di te." - "Ma tu stai parlando con me!" - "Ma non me ne importa nulla di te. Sei poco più di un soffio nel mio cammino, un filo d'erba in un campo. Domani mi ricorderò ancora di te, e forse anche tra un anno, dieci anni, una vita. Ma non sei stato niente per me, solo un frammento di memoria che tende a rimanere, che non fa nient'altro che occupare posto con la sua presenza. Sei come lo sfigato al ballo della scuola: esisti (ed esisterai), ma che tu sia a lucido o ricoperto di polvere cambia ben poco. In pratica, occupi solo posto, ma non fai nient'altro. Non balli nemmeno un minuto."


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Quanto odio essere un fanatico di fantascienza.