sabato 12 marzo 2011

Nozioni Base di Fotografia - Gli Otturatori

Nelle precedenti puntate:

Quale macchina scegliere?
Come funziona la macchina fotografica?
L'esposizione (parte prima)


GLI OTTURATORI

Dopo aver parlato (accennato) dell'esposizione, tempo di esposizione e apertura del diaframma, e aver visto come funziona a grandi linee una macchina fotografica, è bene arricchire la conoscenza fotografiHa (così direbbero a Firenze) con un mix tra esposizione e parti meccaniche: gli otturatori.

Cosa sono gli otturatori? Su cosa influiscono? Bisogna che qualcuno, CI VA A PARLARE! E nello specifico non vado a parlare io ma un certo "Pera", a.k.a. Alessandro Lattante, giovane studioso di fotografia in erba (io sono in germoglio per intendersi). Voilà!

"Niépce, nel 1826, ebbe bisogno di circa 8 ore di esposizione per la prima immagine fotografica della storia. Ovviamente adesso noi potremmo arrivare addirittura ad un tempo di esposizione di 1/1000 di secondo. Ma come fa la macchina a catturare la luce per così poco tempo? Esiste un affarino, chiamato otturatore. Esistono due tipi di otturatori diversi, quello a tendina e quello a lamelle.


Otturatore a tendina:



L'otturatore a tendina si trova sul piano focale, esattamente davanti alla pellicola. Il congegno è capace di proteggere la pellicola dalla luce, a parte il momento in cui premete il pulsante di scatto. L'otturatore si apre solo per il tempo determinato da voi nel modo illustrato nell'immagine, durante il quale la luce impressiona la pellicola.
Nel dettaglio i movimenti delle tendine con un tempo di esposizione 1"
- Nel momento dello scatto la prima tendina si apre spostandosi da sinistra verso destra (o dall'alto verso il basso).
- Appena dopo 1" dall'apertura della prima tendina, parte la seconda, che chiude l'otturatore coprendo la pellicola.
Noterete (dall'immagine) che la prima parte che viene scoperta è anche la prima ad essere chiusa, l'otturatore garantisce quindi un identico tempo di esposizione per ogni punto della pellicola.



Otturatore a lamelle:




L'otturatore a lamelle, comunemente chiamato otturatore centrale ha la medesima funzione dell'otturatore a tendina, ovvero garantire un'esposizione uniforme alla pellicola per un tempo predeterminato. Questo tipo di otturatore è un tutt'uno con l'obiettivo, per questo la sua forma è circolare.
Funziona in questo modo: Una serie di lamelle si aprono al momento dello scatto, lasciando così entrare la luce. Una volta che le lamelle si aprono totalmente e trascorso il tempo impostato, le lamelle si chiudono fino a ritornare al posto da cui sono partite.

NB: Con questo tipo di otturatore si ha, ad ogni scatto, una apertura completa delle lamelle. In questo modo consente l'utilizzo del flash anche con tempi brevi che, comunque, arrivano solamente a 1/500"

Differenze:

I punti di forza dell'otturatore a tendina sono:
- I tempi di esposizione brevissimi
- La collocazione sul piano focale, che lo rende perfettamente idoneo per l'utilizzo in apparecchi reflex

A favore dell'otturatore centrale vanno invece:
- La semplicità costruttiva
- La sincronizzazione totale con il flash
- L'estrema silenziosità

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Scala dei tempi di esposizione:



"

sabato 5 marzo 2011

Nozioni Base di Fotografia - L'esposizione (parte prima)

Nelle precedenti puntate:

Quale macchina scegliere?
Come funziona la macchina fotografica?

L'ESPOSIZIONE

Orbene, abbiamo capito quale macchina fotografica scegliere, abbiamo capito come funziona alla "buona" una macchina fotografica, ora manca l'aspetto tecnico del funzionamento!!! Eccoci quindi alla fantomatica ESPOSIZIONE, croce e delizia di chi va oltre l'impostazione "Auto" nelle macchine fotografiche.

Che cos'è però l'esposizione?

L'errore comune nei profani (sì mi piace ergermi a portatore della conoscenza (sebbene molto piccola), oramai l'avrete capito) è confondere l'esposizione con il tempo di esposizione (Tv). SONO COSE DIVERSE!!! Infatti il tempo di esposizione indica (come suggerisce il nome) per quanto tempo la luce incide direttamente sul sensore, mentre l'esposizione ci dice la QUANTITÀ DI LUCE che incide direttamente sul sensore.

Infatti, in un determinato tempo, la luce che entra e impressiona il sensore può variare in base all'apertura del diaframma (Av). Il diaframma è quell'aggeggio dalla forma famosa, che è più facile da far capire con un'immagine che altro:



Ecco, avete capito cos'è.
Più lo spazio centrale è aperto, più luce entrerà. Più è chiuso, meno ne entrerà. Semplice e lineare.
Tuttavia, non lo è la sua quantificazione!!! Ma questo verrà fatto vedere più avanti, analizzando tutti e 3 i fattori che influenzano l'esposizione...
3 fattori? Ma non erano due?!?
Sorpresa sorpresa, sono 3! A volte sono proprio un burlone.
Il terzo fattore segreto di Fatima che influenza l'esposizione è la VELOCITÀ della pellicola, altresì trasposta nel digitale con la SENSIBILITÀ del sensore. Se avete mai comprato dei rullini, vi sarete accorti che c'era sempre un numerino accanto ad una scritta, ASA, ed i numeri erano soprattutto 100, 200, 400 (in Germania usavano i DIN, ma non vi interessa...). Nelle macchine digitali, per fortuna, non è più necessario comprare rullini, ma possiamo ugualmente impostare la sensibilità tramite l'ISO, che come detto è l'esatto corrispettivo dell'ASA. In certe macchine digitali si arriva fino a 12800 ISO, ma se non avete una reflex che costa più di mille euro sconsiglio vivamente valori così alti. Comunque, più è alto il valore, più la velocità della pellicola è elevata, cioè richiede un minor tempo di esposizione.

Giunti a questo punto, conosciamo i 3 fattori, come combinarli???
È molto semplice: sono tutti e 3 inversamente proporzionali. Infatti, l'esposizione può rimanere la stessa aumentando un fattore, diminuendone però un altro. Tuttavia, si tende a tralasciare il fattore ISO per vari motivi: il primo, è che è un valore "fissato", mi spiego meglio: ho un soggetto da fotografare, ed ho una determinata luce ambiente. In base all'effetto che voglio ottenere, scelgo un valore di ISO, e successivamente agisco su Tv e Av. Questa pratica, oltre ad una sua logica intrinseca che verrà capita mano a mano che si avanza nella conoscenza fotografica, deriva anche da un fatto pratico delle analogiche: ora, v'immaginate cambiare rullino per ogni fotografia??? Impossibile!!!
Un ulteriore motivo per cui si tende a tralasciare l'ISO è data dalla misura dell'esposizione, l'EV: infatti l'EV viene sempre calcolato ad un valore di ISO 100, e modificando l'ISO devo modificare di conseguenza gli altri fattori calcolati tramite l'EV (piccola curiosità: l'EV varia da +2 a -2).
Per questi motivi, si tende a considerare il calcolo "empirico" (sul momento) dell'esposizione principalmente tramite Tv ed Av.


(So che il post sta diventando un calderone di concetti che sembrano legati ma non si sa bene ancora come, vi chiedo solo di avere pazienza perché l'esposizione non è un concetto semplice da spiegare, anche nella versione base...)

Ahem, dicevamo? Ah sì! Fissato 1 ISO, Tv ed Av diventano inversamente proporzionali. Si ha una sorta di relazione

Tv x Av = EV (a ISO 100)

Però siccome i fotografi sono brutti e cattivi, la proporzionalità inversa non è propriamente numerica, e cioè: trovata 1 coppia di valori Tv ed Av, si riesce a mantenere invariata l'EV agendo per STOP. Cos'è uno STOP, direte voi?
Uno stop è un salto. Un salto da un valore ad un valore immediatamente adiacente. Due stop, indica due salti, e così via.
I valori però non sono valori a caso, ma sono valori standard in tutto il mondo. Quindi, 1 stop mi indica un salto ben preciso, e non sono ammesse incomprensioni.
Perciò, tornando all'EV, e trovata la coppia Tv-Av, posso modificarla a questa maniera senza cambiare l'esposizione: se aumento di 1 stop Tv, devo diminuire di 1 stop Av, se aumento Av di 3 stop devo diminuire Tv di 3 stop, e così via... in pratica, si ragione in STOP.
Ovviamente, la stessa cosa è per le ISO. Se aumento di 1 stop l'ISO, devo diminuire di 1 stop o Av oppure Tv, è indifferente. Tutte queste scelte arbitrarie vengono definite dalle condizioni dello scatto e dall'effetto che vogliamo ottenere.

A questo punto, per concludere questa prima parte sull'esposizione, vi darei una carrellata di valori standard per ISO, Tv ed Av (tra un valore e l'altro c'è 1 solo STOP):

ISO:

50
100
200
400
800
1600
3200
6400
12800

Tv (frazioni di secondo, crescenti):

1/4000
1/2000
1/1000
1/500
1/250
1/125
1/60
1/30
1/15
1/8
1/4
1/2
1
2
...
Bulb
T


Av (da diaframma più chiuso a diaframma più aperto):

f/64
f/45
f/32
f/22
f/16
f/11
f/8
f/5,6
f/4
f/2.8
f/2
f/1.4
f/1

Questi gli incrementi di 1 STOP. Notare che sia ISO che Tv hanno una progressione geometrica di ragione 2, Av invece ha una progressione geometrica di ragione √2.

Se nella vostra macchina fotografica avete dei valori intermedi tra questi, non preoccupatevi! È del tutto normale: infatti, le macchine fotografiche possono procedere per avanzamenti di 1/2 o, come nella maggior parte dei casi 1/3 di STOP nei vari fattori (ISO esclusa)!!! Quindi, ora impadronitevi del concetto di esposizione e andate in pace. Buone foto a tutti! :D

Nozioni Base di Fotografia

Ecco l'elenco di tutte le pubblicazioni sul blog riguardanti la fotografia:


Quale macchina scegliere?

Come funziona la macchina fotografica?

L'Esposizione (parte prima)

Gli Otturatori

Flash! (prima parte)

Nozioni Base di Fotografia - Come funziona la macchina fotografica?

Nelle precedenti puntate:

Quale macchina scegliere?

IL FUNZIONAMENTO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA

Cosa essenziale per qualsiasi fotografo, è conoscere la propria macchina fotografica. Conoscere i meccanismi che fanno sì che compaia sul rullino o il nostro schermo un'immagine permette di ottenere il massimo da ogni singolo scatto.
A parole uno scatto funziona così: la luce riflessa sugli oggetti passa attraverso le lenti del nostro obiettivo, colpisce una superficie sensibile (rullino, oppure sensore CCD o CMOS nelle digitali (il CMOS è di qualità superiore)) che viene impressionata in base alla quantità e alla lunghezza d'onda della luce stessa.

In pratica una macchina fotografica funziona come una camera oscura! E come in essa, l'immagine apparirà rovesciata ed invertita. N.B.: una macchina fotografica digitale funziona né più né meno come l'occhio umano, solo che al posto del chip di rielaborazione grafica abbiamo il cervello, ed al posto del sensore abbiamo la retina. La nostra lente è il cristallino. La differenza sostanziale, che ci permette di calcolare le distanze a "vista" è che noi abbiamo 2 occhi, e non uno solo, altrimenti avremmo grandi problemi!

Camera Oscura:

















Reflex:
















Nell'immagine qua sopra ci si riferisce al funzionamento di una macchina reflex, ma il funzionamento è lo stesso anche per tutte le macchine, escluse le Polaroid: l'unica differenza è che se alcuni tipi di macchina (compatte e micro-quattro terzi) non hanno lo specchio, e quindi il sensore è continuamente esposto alla luce entrante e quindi più soggetto a rumore e usura, mentre quando lo specchio è presente, esso si alza solo per il tempo impostato, durante lo scatto, lasciando quindi passare la luce per un periodo limitato di tempo.




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Questo insieme di nozioni, conoscenze etc. etc. è Under Construction, e comunque non avrà mai una pretesa di essere il Sancta Sanctorum della fotografia, ma un utile post dove è possibile informarsi in maniera veloce e pratica. Vi consiglio anche questi siti:

Corso Foto

Polaroid

martedì 1 marzo 2011

Il tempo che scorre.

Panta Rei, qualcuno aveva detto.

Tempo e spazio possono cambiare, inversamente proporzionali, teoria della relatività, ha detto qualcun'altro.

Ma se il tempo FOSSE spazio?

Pensieri corrono veloci, forse per nulla. Ma se, ma se il tempo e lo spazio fossero ciò che ci accade tra due attimi infinitamente lunghi?
Cambierebbe qualcosa nella nostra percezione se ci fosse da qualche parte un tizio, in Matrix direbbero "l'architetto", che ha un telecomando con un tasto Pause e lo premesse in continuazione? Teorie complottistiche certo, ma non negabili. La realtà potrebbe essere il filmato da noi vissuto come continuo, ma spezzettato in attimi non quantificabili e forse visti dall'architetto come lustri, decenni, secoli e non ce ne accorgeremmo mai. La velocità della luce è sempre la stessa, ovunque: sarebbe comodo essere luce, avremmo sempre tutto il tempo che vogliamo per fare cosa vogliamo. Vivremmo davvero il tempo che abbiamo, lo spazio che abbiamo, sempre, mentre noi siamo costretti a sottostare ai capricci di un telecomando troppo lontano.

A questo punto, non sarebbe più Panta Rei, ma uno Standstill continuo: la realtà avanzare per stadi finiti, in periodi infiniti. Esattamente come lo spazio, dove ogni punto è un momento diverso. Esiste, punto e basta, e vivendo non facciamo altro che unire i puntini come in un gioco d'enigmistica. Scorre davvero il tempo quindi? O siamo noi che per comodità lo facciamo scorrere, perdendoci in più un sacco di cose? Ogni attimo è uno Standstill, e dovremmo assaporarlo a pieno, perché chi ci dice che poi l'architetto premerà di nuovo Play?

Un inno alla vita per ogni suo attimo, o una deprimente visione della stessa come un nulla in qualcosa di più grande?




Sono domande, forse, senza senso, senza né capo né coda, forse inutili. A qualcuno sicuramente scapperà il pensiero "Fuma di meno!!!" o robe simili. Ma dovrebbero fumare loro un po' di più credo, se non esplorano un minimo la loro fantasia, e il perché del mondo, e ciò che ci circonda. Che anche se inutile, inconcludente, almeno potrai dire "Ho esplorato", ed è come conoscere un po' di più sé stessi.