martedì 1 marzo 2011

Il tempo che scorre.

Panta Rei, qualcuno aveva detto.

Tempo e spazio possono cambiare, inversamente proporzionali, teoria della relatività, ha detto qualcun'altro.

Ma se il tempo FOSSE spazio?

Pensieri corrono veloci, forse per nulla. Ma se, ma se il tempo e lo spazio fossero ciò che ci accade tra due attimi infinitamente lunghi?
Cambierebbe qualcosa nella nostra percezione se ci fosse da qualche parte un tizio, in Matrix direbbero "l'architetto", che ha un telecomando con un tasto Pause e lo premesse in continuazione? Teorie complottistiche certo, ma non negabili. La realtà potrebbe essere il filmato da noi vissuto come continuo, ma spezzettato in attimi non quantificabili e forse visti dall'architetto come lustri, decenni, secoli e non ce ne accorgeremmo mai. La velocità della luce è sempre la stessa, ovunque: sarebbe comodo essere luce, avremmo sempre tutto il tempo che vogliamo per fare cosa vogliamo. Vivremmo davvero il tempo che abbiamo, lo spazio che abbiamo, sempre, mentre noi siamo costretti a sottostare ai capricci di un telecomando troppo lontano.

A questo punto, non sarebbe più Panta Rei, ma uno Standstill continuo: la realtà avanzare per stadi finiti, in periodi infiniti. Esattamente come lo spazio, dove ogni punto è un momento diverso. Esiste, punto e basta, e vivendo non facciamo altro che unire i puntini come in un gioco d'enigmistica. Scorre davvero il tempo quindi? O siamo noi che per comodità lo facciamo scorrere, perdendoci in più un sacco di cose? Ogni attimo è uno Standstill, e dovremmo assaporarlo a pieno, perché chi ci dice che poi l'architetto premerà di nuovo Play?

Un inno alla vita per ogni suo attimo, o una deprimente visione della stessa come un nulla in qualcosa di più grande?




Sono domande, forse, senza senso, senza né capo né coda, forse inutili. A qualcuno sicuramente scapperà il pensiero "Fuma di meno!!!" o robe simili. Ma dovrebbero fumare loro un po' di più credo, se non esplorano un minimo la loro fantasia, e il perché del mondo, e ciò che ci circonda. Che anche se inutile, inconcludente, almeno potrai dire "Ho esplorato", ed è come conoscere un po' di più sé stessi.

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